Giochi da tavolo, GdR, Mondi Fantastici
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Appunti di viaggio di Donovan

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Donovan

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Messaggio(#) Titolo: Appunti di viaggio di Donovan Appunti di viaggio di Donovan Icon_minitimeLun Mar 20, 2017 7:23 pm

Rivisitazione personalizzata di un grande classico

LA LEGGENDA DEL POMO D’ADAMO.




C’erano una volta Adamo ed Eva che vivevano nel Paradiso Terrestre. Dio aveva regalato loro questo posto meraviglioso in cui vivere. Potevano fare tutto ciò che volevano, andare dove volevano e mangiare tutto ciò che volevano, tranne, però, il frutto dell’albero proibito (che assomigliava ad un pomo).
Quello non avrebbero mai dovuto mangiarlo, per nessuna ragione al mondo, in fondo avevano un paradiso tutto per loro, perché mai avrebbero dovuto mangiare proprio quel frutto (che sembrava un pomo come tanti altri)? E così Adamo ed Eva vissero felici per molto tempo in quel meraviglioso giardino dove tutti gli animali erano docili come agnellini, persino il leone si lasciava accarezzare da Eva e il coccodrillo correva a riportare il bastone che Adamo lanciava lontano come un cagnolino giocherellone. Inoltre non c’era la scuola e non c’era bisogno di un lavoro o del cellulare
Ma un giorno il serpente si avvicinò a Eva e cominciò a sussurrarle all’orecchio: “Perché non assaggi il frutto proibito, è il frutto più dolce e succoso di tutto il Paradiso Terrestre!” Ed Eva rispose: “Ma il Signore ce l’ha proibito” Allora il serpente aggiunse: “ Lo ha fatto perché sa che quel frutto vi renderebbe saggi e intelligenti come lui!”
Allora Eva, che era anche molto curiosa; si lasciò convincere dal serpente e raccolse un frutto proibito (che era proprio uguale ad un pomo), ma aveva ancora un po’ di paura ad assaggiarlo, così lo offri ad Adamo.
Adamo si fidava di Eva e poi era un gran curiosane anche lui, così addentò il frutto (che non si distingueva da un pomo comune) senza sapere che il Signore aveva collegato un sistema d’allarme ad ogni frutto dell’albero. E così proprio mentre stava per ingoiare il boccone si sentì un vocione dal cielo che disse: “ADAMO; COSA STAI FACENDO!!”
Adamo si prese un tale spavento che il boccone gli andò di traverso e gli si fermò a metà della gola.

Dio si arrabbiò tantissimo con Adamo ed Eva che non erano riusciti nemmeno a rispettare una regola semplice come quella di non mangiare un unico frutto (uguale in tutto e per tutto ad un pomo) e così li scacciò dal Paradiso Terrestre, mandandoli a vivere sulla terra, dove gli animali sono feroci, dove bisogna andare a scuola e dove bisogna lavorare per comperarsi le merendine e il cellulare. In più, per ricordarsi del peccato commesso, Dio lasciò quel pezzo di frutto a metà della gola di Adamo, e da quel giorno in poi lo ebbero anche tutti gli altri uomini, chi più, chi meno.
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Messaggio(#) Titolo: Re: Appunti di viaggio di Donovan Appunti di viaggio di Donovan Icon_minitimeLun Mar 20, 2017 7:27 pm

Questo è il background di un pg di D&D

ELAYA


Elaya era figlia di una ninfa dei boschi, ma era cresciuta in cima ai monti, non le vette inviolabili le cui cime piene di neve e ghiaccio erano spazzate da venti fortissimi, ma quei monti le cui rocce aguzze e spoglie andavano a incunearsi tra le nuvole duemila e passa metri sopra le pianure.
Sua madre l’aveva cresciuta lì perché ormai era molto vecchia e sebbene i suoi incantamenti fossero più potenti che mai, una malattia la consumava dentro, indebolendola sempre più. Temeva di non poter proteggere la figlia da goblin e altre creature che le sembrava diventassero ogni giorno più invadenti.
Elaya cantava per le nuvole, per le aquile e i falchi, i gufi e le civette dei boschi che vedeva solo dall’alto e per i piccoli animali di quelle altitudini. Dalla morte della madre si era abituata a provvedere soltanto a sé stessa credendo che ogni forma di vita avesse il diritto di difendersi e lottare per il proprio modo di vivere, ognuno per se stesso, il cacciatore aveva diritto sulla preda, e il forte sul debole, perché così era la natura che ella conosceva.


Elaya cominciò a scendere anche a valle e in uno dei suoi viaggi conobbe un satiro, amò la sua musica, le sue storie incredibili e fece l’amore con lui, in ogni angolo delle valli.
Poi sentì il richiamo naturale dei boschi e partì per cercare un luogo da far suo. Abbandonò il suo amante, l’unico sentimento tra i due era sempre stata solo la passione, non si addolorarono per la separazione.


Appena trovato un bosco per lei da curare e proteggere Elaya si accorse di essere incinta, di aspettare un figlio dal suo amante menestrello. Un figlio? Quanti anni erano passati dall’ultima volta che l’aveva visto? Quando sarebbe nato il bambino? A quale ritmo sarebbe cresciuto? Sicuramente sarebbe stata una creatura fatata molto particolare, ma lei non era sicura di volerlo, doveva già badare al suo bosco.


Appena nacque il figlio, Elaya cambiò idea provò l’amore più grande della sua vita, curò il bosco e accudì il figlio, cantò per lui il canto del falco, della civetta e del menestrello, era felice e il bosco rifletteva l’amore di Elaya.


Un giorno il piccolo scomparve, Elaya pensò che forse l’avevano rapito, forse ucciso oppure era cresciuto tutto in una volta ed era andato per la sua strada, forse un giorno l’avrebbe rincontrato. Elaya era una creatura fatata (il suo comportamento non rispecchiava sicuramente i canoni umani), e suo figlio ancora di più, decise che l’avrebbe lasciato libero, nel corpo o nell’anima, ma avrebbe conservato come un dono prezioso tutta la gioia e l’amore che aveva avuto dal figlio.


Cercò un altro bosco da abitare, in quello ormai albergava troppa malinconia, anche se era una creatura fatata anche lei possedeva un cuore che poteva soffrire, e così capì perché le ninfe solitamente vivevano sole, “Bisognerebbe cambiare troppi boschi nella vita!”


Si stabilì in un profondo bosco ai cui margini c’erano da una parte una montagna e dall’altra una piccola città. C’era un gruppo di ragazzini che a volte d’estate si spingeva nelle profondità del bosco, li seguì per anni, memore del figlio, facendo attenzione che non incontrassero bestie feroci lungo il cammino o che non si perdessero, si divertiva, creava invece molti problemi a cacciatori e ad altre creature adulte che si addentravano nel bosco con cattive intenzioni.


Un giorno si decise a seguire i ragazzi fino in città, per vedere come essi vivessero. Si ammantò di notte e movendosi come un’ombra nella notte si addentrò nella città. Lì si addolorò per la tristezza della loro vita. Figli della povertà e orfani della guerra, in una città che ostentava ricchezza e bellezza, vivevano chi in catapecchie, chi in comuni e chi per strada.
Vagava per le strade nel dolore chiedendosi cosa potesse fare per questi piccoli umani. Non era la sua razza, provava a dirsi, ma aveva sentito il vibrare della gioia dell’umana passione nelle grida dei bambini nel bosco, e ne era rimasta affascinata.


“Dove vai di notte bella signora?” le disse una voce.
Era un bambinetto che l’aveva scovata sotto le sue illusioni e la squadrava dall’alto al basso in mezzo alla strada per nulla intimorito dalla bellezza accecante della ninfa. Elaya rimase un attimo perplessa poi rispose: “Per la mia strada Piccolo Gatto, e tu? Non dovresti essere a casa, dalla tua mamma a quest’ora?”
“Di notte la città è la mia casa, signora, e poi la mamma io non ce l’ho. Bello il nome Piccolo Gatto, sempre meglio di Piccolo Sorcio, Piccolo Straccione o Piccolo Ladro. Però gli amici mi chiamano Gancio, Gancio il Dritto”


Elaya passò un’estate e un autunno tra i tetti e vicoli della città, imparando da Gancio i rudimenti del ladrocinio, che lei esaltava (per la gioia di lui) con le sue capacità magiche di illusione, e rubava ai ricchi per dare ai poveri, ma soprattutto scoprì la musica più bella che avesse mai sentito al mondo, la risata di un fanciullo.


In inverno prese Gancio a vivere con sé in una grotta nei boschi, non sarebbe sopravvissuto al freddo delle strade d’inverno.


Arrivarono altri ragazzi dopo Gancio, ed Elaya costruì un rifugio, una piccola casa che pian piano crebbe di dimensioni per dar spazio ai nuovi venuti, lei cantava ancora per il suo bosco e gli animali la aiutavano nei lavori più impegnativi. Elaya insegnava loro a sopravvivere rispettando la natura e se stessi, e cantava delle ninna nanne per addormentarli quando gl’incubi dell’infanzia li tormentavano.


Un giorno arrivò nel bosco una mula, si fece incontro ad Elaya e le disse “Voglio aiutarti, mi chiamo Shom Ha Ràh, non ridere del mio nome e saltami in groppa”. Senza esitazioni la ninfa si issò a cavalcioni e la mula sembrò volare in un turbinio di ombre per portarla in una città dove lei trovò un altro orfano che aveva bisogno di lei, lo portò a casa e chiese alla mula: “E adesso Shom Ha Ràh cosa farai per me?”


“Per adesso” disse con l’aria somarina di chi compiange la stupidità bipede, “ti insegnerò a intagliare il legno, così da poter inscenare uno spettacolo di burattini tutto per loro, poi vedremo…”
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Messaggio(#) Titolo: Re: Appunti di viaggio di Donovan Appunti di viaggio di Donovan Icon_minitimeLun Mar 20, 2017 7:32 pm

Altro background, questo però era per HUNTER

Biografia di Michael Something.

Di solito si scrive la biografia di una persona morta, e qualcuno potrebbe dire che io sono ancora vivo, purtroppo io la penso diversamente, o per fortuna.
Sono italo-americano, nato in Italia e poi trasferito in america all’età di 13 anni. I miei genitori sono morti quando avevo dieci anni, in un incidente stradale, allora sono andato a vivere in america col nonno. Un mese dopo che ho compiuto 18 anni è morto anche lui, lasciandomi solo e con una villa, una casa al mare e una in montagna, diverse auto e un ingente patrimonio in banca.
Ho affittato tutto e mi sono iscritto alla miglior università di chimica del paese. Fin da piccolo ero rimasto affascinato dai diversi colori che può assumere il fuoco, il giallo della candela, il rosso della legna, il blu del gas, il verde dell’inchiostro sulla carta. Poi ho scoperto i petardi e i razzi, e tutte le luci e i colori che proiettavano nel cielo, ma il più amato restava sempre il fuoco e mi perdevo a fissarlo che pareva mi parlasse.
Con questi pensieri mi sono iscritto a chimica, mescolare le sostanze per creare botti, fumi, nuvole e liquidi di qualsiasi colore. Cosa me ne fregava a me se poi avrei trovato un buon lavoro, di soldi ne avevo. Allora studiavo e studiavo e appena avevo un momento partivo, viaggiavo e festeggiavo.
Fu all’università che conobbi Jeremias Thompson, tecnico di laboratorio per il dipartimento di informatica, un vero genio del computer, tanto che ci chiedevamo perché non tenesse lezione.
Poco prima di laurearmi mi è stato proposto di entrare a far parte della CIA, terminare o proseguire i miei studi e poi far parte di un corpo scelto; perché no, mi son detto.
Non mi dilungherò su come sono arrivato a capitanare la squadra che è scesa ad Alcatraz e vi ha trovato la morte.
Dirò che già avevo rincontrato Jeremias, addetto al Reparto Risorse Umane Interne ed Esterne, noto come uno dei “talent scout” dell’agenzia.
Dirò che quella notte le cose più normali che mi sono capitate sono state una pioggia di rotoli di carta igienica infuocati e una pallottola nel collo che avrebbe ammazzato un cavallo.
Ora tengo quella pallottola nel palmo della mano e penso al nuovo mondo che mi si è spalancato davanti agli occhi, un mondo di angeli e demoni, un nuovo mondo tutto da scoprire.
E’ finito il tempo dell’Italia, dell’università, dell’accademia e in un qualche modo anche quello dell’agenzia.
E’ finito il tempo di Michael Something, questa è la sua biografia.
Per favore chiamatemi Michael Arc.
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Messaggio(#) Titolo: Re: Appunti di viaggio di Donovan Appunti di viaggio di Donovan Icon_minitimeMar Mar 21, 2017 12:54 am

Cacchio, belli.

Sono tre cose molto diverse e ugualmente ben caratterizzate, non è facile.
Scrivi racconti?
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Messaggio(#) Titolo: Re: Appunti di viaggio di Donovan Appunti di viaggio di Donovan Icon_minitimeMar Mar 21, 2017 9:14 am

Yon ha scritto:
Cacchio, belli.

Sono tre cose molto diverse e ugualmente ben caratterizzate, non è facile.
Scrivi racconti?
Da grande farò il menestrello.
Cmq ne ho ancora
mi sono fatto un post unico apposta e qua sotto metterò altri spezzoni.
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Messaggio(#) Titolo: Re: Appunti di viaggio di Donovan Appunti di viaggio di Donovan Icon_minitimeMar Mar 21, 2017 9:38 am

Io pubblicizzo eh! Smile
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Messaggio(#) Titolo: Re: Appunti di viaggio di Donovan Appunti di viaggio di Donovan Icon_minitime

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